Il tema del prato sembra secondario nella salute di un giardino, ma pensate a quanti metri quadri dedicate al prato e quanti agli arbusti o all’orto… e pensate a quanti trattamenti richiede un bel prato se con l’aggettivo BEL intendiamo che sia all’inglese.
Vorrei non perdere mai l’occasione di dire quanto sia utopico e lontano dalle caratteristiche del nostro clima la scelta di un prato monospecie e quindi non sto zitta neanche oggi!
E poi che noia! Ma vogliamo mettere la bellezza di un prato “così come viene”, dove spuntano margherite, viole, qualche gramigna?!! Piuttosto che quei prati tutti verdi dove non succede mai nulla? Avete mai pensato che è magari proprio per contrastare questa monotonia che nei giardini all’inglese compensano con aiuole ‘rock and roll’ piene di fioriture di tutti i colori??
Ok, non divaghiamo troppo e continuiamo ad avventurarci nel mondo della permacultura raccontandovi la tecnica del mulching applicata alla cura del prato.
Traducendo in italiano, la tecnica consiste nel tagliare l’erba e lasciarne i residui a terra perché si decompongano e arricchiscano il terreno.
Beh, concetto abbastanza facile da comprendere… ma vediamo di approfondire per effettuarlo al meglio.
Lo scopo è quello di far sì che i residui vegetali gettati a terra riescano a soffocare le piante indesiderate, riducendo l’utilizzo di prodotti chimici inquinanti, ovviamente vale anche in ambito agricolo, e permette inoltre di risparmiare tempo e denaro.
1. il consiglio principale è quello di dotarsi di un tagliaerba apposito alla pratica: scegliete quelli senza cestello e che siano adatti ad uno sminuzzamento fine, oppure un robot per chi non ha tempo di gestire il prato.
2. effettuate un mulching polverizzante, sminuzzando il più possibile i residui, in modo da non creare un effetto estetico indesiderato e soprattutto per non danneggiare l’erba viva del prato.
3. abbiate costanza nello sfalcio: l’erba non deve mai essere troppo alta, e va già tagliata a 3-4 cm per intenderci. L’ impegno è quello di tagliare piuttosto frequentemente, nella bella stagione anche con cadenza settimanale, data la maggiore velocità di crescita.
4. l’erba dovrà essere asciutta, meglio quindi sospendere la tecnica in autunno, considerando anche che le temperature minori con consentono un degrado ottimale dei residui, rischiando danni da marciumi. In generale controllate che le temperature siano superiori ai 10 gradi per avere la certezza che i microrganismi siano in piena attività.
Se ancora non siete convinti, provate ad evitare di dare prodotti diserbanti per un’annata (anche se diluiti vanno ad alimentare le nostre falde idriche!) e incrementate i tagli. Se evitiamo di far andare a fiore le infestanti, il prato monospecie avrà meno possibilità di integrarsi con altre annuali.
Avete qualche mese per ragionarci, ma mi piacerebbe conoscere la vostra esperienza se decidete di provare questo cambiamento!
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